Sapevate che l’Australia è il Paese al mondo in cui ci sono più studenti di lingua italiana?
Secondo i dati emersi dall’indagine statistica “Lo stato della diffusione dell’italiano nel mondo”, promossa dal Ministero degli Affari Esteri, down under vi sono circa 320.000 studenti di lingua italiana.
Oltre all’amore incondizionato verso il Bel Paese e la sua cultura, in Australia questi dati trovano riscontro, sopratutto, per motivi storici.
Infatti, la lingua italiana in Australia si diffuse nel dopoguerra a fronte della massiccia emigrazione italiana. Dagli anni Settanta in poi, inoltre, è stato possibile l’apprendimento della lingua italiana nelle scuole australiane di ogni ordine e grado.
Attualmente, il gruppo etnico italiano è il quarto d’Australia per estensione demografica ed, inoltre, è la seconda lingua tra le più studiate nelle scuole, dopo il giapponese.
La maggioranza degli italofoni australiani è costituita da immigrati di generazioni successive alla prima, i quali in realtà, difficilmente parlano un italiano standard. Essi, ereditando dai genitori una varietà linguistica della lingua nostrana, parlano – nella maggior parte dei casi – una lingua costituita da una base di italiano e/o da uno o più dialetti, mescolando elementi mutuati dall’inglese.
La promozione della lingua italiana all’estero è uno dei principali strumenti per promuovere la cultura del Bel Paese.
Giulia Campomizzi, fondatrice e direttrice di Italian Project , ci racconta cosa significa essere promotore attivi della cultura italiani in Australia.
Giulia, come nasce questo progetto per l’apprendimento della lingua italiana down under?
Italian Project nasce nel 2016. Io avevo già alle spalle vari anni d’insegnamento della lingua italiana in Australia e sentivo l’esigenza di avere delle collaboratrici per ingrandire questa “missione”.
Amo l’insegnamento, il rapporto con gli studenti e sono felice del team di insegnanti che si è formato in questi anni.
L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo, dopo inglese, spagnolo e cinese.
Quali sono i principali interessi/motivi di chi sceglie di studiare l’italiano in Australia?
Tra i nostri studenti possiamo chiaramente riscontrare tre categorie di persone: c’è chi sceglie di studiare italiano perché andrà in vacanza nel nostro Paese e vuole sentirsi pronto ad affrontare la vita di tutti i giorni e magari ad interagire un po’ con le persone del posto.
C’è poi chi studia per pura passione, perché amante della nostra melodiosa lingua, della nostra storia, enogastronomia, stile di vita, insomma del “sogno italiano”. Infine, e questi sono la maggioranza, c’è chi vuole imparare la lingua per riagganciarsi alle proprie radici, ridefinire la propria identità che va sbiadendosi.
Sono i figli, nipoti, pronipoti di immigrati italiani che hanno lasciato la loro terra tanti decenni fa in cerca di fortuna qui in Australia.
Per offrire una vera Italian Experience, che metodologia di insegnamento offrite ai vostri studenti?
Il nostro è un approccio comunicativo con metodo integrato. Per far fare agli studenti un’esperienza italiana cerchiamo in ogni lezione di usare il linguaggio dei gesti e quello mimico, di spiegare le differenze regionali quando di parla di usi e costumi, ci soffermiamo a parlare di piatti tipici, di bellezze artistiche e culturali e di tradizioni locali.
Spesso diamo consigli di viaggio e soggiorno! Ogni insegnante porta a lezione il proprio bagaglio di vita e culturale e lo condivide con piacere con il proprio studente.
Secondo le ultime statistiche, le nuove generazioni italo-australiane – i cosiddetti millennials e/o terza generazione – mostrano un disinteresse sempre maggiore verso lo studio della lingua italiana, nonostante il background familiare. Dati e statistiche a parte, tra i vostri studenti – molto probabilmente – ci sono italo-australiani di nuova generazione.
Qual è il loro rapporto verso una lingua – e quindi una cultura – parte della loro storia, ma abbastanza diversa nella loro vita quotidiana?
Questi sono la maggior parte dei nostri studenti! I nuovi italo-australiani nati in Australia ma con origini italiane sentono forte il legame con la terra da cui provengono i loro genitori o nonni. Avvertono quindi il bisogno di imparare la lingua perché parte della loro identità e anche perché il conoscere la lingua rende più facili i loro continui viaggi in Italia.
Nel vostro gruppo, costituito prevalentemente da donne, vi sono background, storie ed esperienze diverse.
Lungo il vostro percorso di promotori culturali in Australia, quali principi e valori vi accomunano?
Siamo un gruppo di donne innamorate di questa terra ospitante e nostalgiche verso la madre Patria.
Viaggiamo spesso in Italia per vedere le nostre famiglie e i nostri cari, gli amici e quei luoghi familiari che ci fanno bene al cuore.
Ma siamo tutte consapevoli del valore delle opportunità che ci vengono offerte qui e dello stile di vita che abbiamo. Alcune di noi sono stabili altre invece ancora alla ricerca di un permesso permanente.
Di sicuro siamo tutte delle orgogliose rappresentanti delle nostre regioni di provenienza, fiere promotrici di tutto ciò che è italiano. Perché, come spesso accade, quando sei lontano da casa da tanto tempo i ricordi della vita passata si idealizzano e si vede il tutto sotto un’altra luce.
Le negatività e i problemi perdono di nitidezza e si ripensa al proprio Paese con un sorriso sulle labbra.